lunedì 12 novembre 2012


CENE MIGRANTI
A SOSTEGNO DEI FRATELLI AFRICANI RICHIEDENTI ASILO FUGGITI DALLA GUERRA IN LIBIA

PIATTI TIPICI AFRICANI!!

LAVIS SABATO 24 NOVEMBRE
SALA ACLI - VIA ZANELLA, 3
ORE 20.30
E' gradita la prenotazione entro il 22/11/2012

ROVERETO VENERDì 30 NOVEMBRE
SALA SACRA FAMIGLIA - PIAZZALE DE FRANCESCO,1
ORE 20.30
E' gradita la prenotazione entro il 28/11/2012

Se partecipate vi chiediamo €15

Quanto raccolto coprirà le prime necessità dei ragazzi senza casa, senza cibo e senza lavoro

Per prenotare:
Sergio - cell. 3388126060
assemblearichiedentiasilo@gmail.com


Organizza
Assemblea richiedenti asilo
Con il sostegno di
Associazione Il Fiore del Gojjam Onlus
Associazione nazionale di amici Italia Cuba

lunedì 3 settembre 2012



Gli episodi di violenza accaduti domenica 22 luglio a Trento tra persone private della possibilità di immaginare il loro futuro, ci hanno profondamente scosso e sono diventati argomento dei quotidiani incontri dell'Assemblea richiedenti asilo che riunisce ragazzi fuggiti dalla guerra in Libia e sorelle e fratelli italiani.
L'assemblea, nata a maggio, vive del dialogo, del confronto e del riconoscimento reciproco ed ha realizzato il 20 giugno a Trento (giornata mondiale del Rifugiato) una pacifica e determinata manifestazione - che ha attraversato le vie del centro - per la richiesta del permesso umanitario per tutti i rifugiati.
I processi sommari - in quanto emessi prima ancora dell'esistenza di una sentenza di condanna nei confronti dei richiedenti asilo - che tanto spazio hanno avuto per oltre una settimana sulla stampa locale, ci vogliono far credere che tutto si riduca ad una questione di criminalità e di ordine pubblico, da risolvere con la logica della “tolleranza zero”, bandiera sotto la quale vediamo oggi accomunate le destre, la lega e il centro sinistra.
Le parole di colpevolezza pronunciate da Dellai e dal questore Iacobone il giorno stesso, hanno avallato questa tesi e condotto a conseguenze di estrema  gravità.

Ad oggi, infatti, sono ancora 22 le persone detenute in carcere (tutte incensurate, in attesa di giudizio e nessuna con accuse legate a vicende di “droga”) nonostante, per il diritto italiano, la presunzione di innocenza in attesa dell'esito del processo preveda la possibilità di scarcerazione o gli arresti domiciliari, fino ad oggi negata a tutti. Denunciamo inoltre che il foglio di via da Trento per 3 anni, emesso per tutti dalla questura, è una misura arbitraria che immediatamente richiama anni oscuri che non vorremmo più vedere.
In aggiunta, in un clima di campagna elettorale, il dirigente della protezione civile - forte delle dichiarazioni del presidente della PAT e facendo riferimento ad un codicillo del Regolamento scritto dalla provincia stessa – si è premurato di espellere immediatamente dal Progetto Emergenza Nord Africa tutti i 21 ragazzi in attesa di giudizio che ne facevano parte. In provincia di Brescia, ben diversamente, la Cooperativa K-PAX onlus  non solo non ha espulso dal progetto uno degli arrestati, che ha lì la sua residenza, ma ha invece inoltrato la disponibilità per gli arresti domiciliari presso uno dei propri appartamenti. Per i rifugiati in Trentino invece l'espulsione dal progetto significa non avere più né casa, né buoni pasto, né tessere di trasporto, né corsi di italiano o di formazione e neppure supporto nella ricerca di lavoro. E tutto ciò a fronte della presunzione di colpevolezza. E così, di quello che sarà di loro, tutti se ne lavano le mani.

A questo punto è necessario fare un po' di storia e cercare la risposta ad alcune domande.
Quanti sanno che i ragazzi accolti nel Progetto Emergenza Nord Africa sono stati costretti a fuggire dalla guerra di Libia, che nel marzo 2011 è esplosa sopra le loro teste?
Una guerra mascherata con pretesti umanitari, che ha colpito popolazioni civili tra le quali un gran numero di immigrati presenti in Libia. Una guerra organizzata e combattuta da Francia e Inghilterra, appoggiata dagli U.S.A. e a cui l'Italia ha partecipato attivamente. Obiettivi il petrolio e le enormi risorse idriche della Libia. Dalle bombe che cadevano sulle loro teste e che avevano già ucciso i loro fratelli, amici,  vicini di casa, sono dovuti fuggire in molti e oltre 22.000 sono giunti in Italia e tra loro 220 in Trentino.
Chi ha partecipato a questa guerra, dichiarandola “giusta e necessaria”, ha il dovere di assumersi la responsabilità concreta dei suoi atti che, per tutti i nostri fratelli costretti a fuggire dalla Libia, significa accoglienza, rilascio del permesso di soggiorno umanitario, creazione di condizioni che rendano possibile vivere con dignità e, seppur nella situazione di crisi in cui ci troviamo, realizzare attivamente e insieme la società del futuro.

E quali sono le ragioni che hanno spinto e continuano a spingere milioni di persone a lasciare le loro terre?
Se gli immigrati sono qui e il numero dei rifugiati è in continuo aumento, questo dipende dalle feroci politiche del FMI (fondo monetario internazionale) e della BM (banca mondiale) che nel corso degli anni '80 hanno investito le società africane polverizzando le loro economie. Gli stessi soggetti stanno mettendo in atto le stesse politiche contro di noi: l'aumento dello spread è l'arma usata per terrorizzare i cittadini e, insieme alla sacralità dei mercati, la minaccia sotto la quale far accettare il più spaventoso peggioramento delle condizioni di vita e del lavoro.

Sono davvero gli stranieri a rubarci casa e lavoro e risorse?
Il 30% dei cittadini italiani - uniti dal destino di essere lavoratori dipendenti - è costretto a pagare l'80% del gettito fiscale mentre i grandi patrimoni e gli speculatori finanziari sono lasciati liberi di continuare il saccheggio delle risorse sociali. Vengono spesi 13,5 miliardi di euro per l'acquisto di 90 caccia bombardieri F35 nonostante la petizione popolare dei cittadini, i costi della corruzione politica e dell'evasione fiscale superano i 300 miliardi di euro, così come la quantità di risorse destinate alle grandi opere continua ad aumentare: per un solo chilometro del Tunnel di Base del Brennero il costo è di 150 milioni di euro (a fronte di un costo dell'intero progetto Emergenza Nord Africa che, fino al 30 giugno - e quindi per oltre un anno relativo a 223 persone – da fonte PAT, ammonta a €2.233.531,64) mentre per la tratta di TAV dal Brennero a Verona la stima è attorno ai 60 miliardi di euro, una torta molto appetibile per la criminalità organizzata che sta prendendo possesso della politica e del nostro territorio.

Facciamo appello a quanti rifiutano la banalità dei giudizi espressi dalla gente comune o dai mezzi di informazione, a quanti rifiutano l'ipocrisia di chi si nasconde dietro i limiti delle leggi o invoca i rischi di un'accoglienza che non può essere estesa a chicchessia senza conseguenze, a quanti non vogliono una società “dove non c'è assolutamente posto per loro” e nella quale i diritti discendono da un'idea di cittadinanza sempre più aleatoria.

E chiediamo:
  • la scarcerazione per tutti i 22 ragazzi in carcere;
  • la revoca dei fogli di via da Trento;
  • il reintegro immediato per i 21 richiedenti asilo nel progetto di accoglienza Emergenza Nord Africa;
  • che nessuno venga rinchiuso nei centri di identificazione ed espulsione (CIE) e/o espulso;
  • che le politiche di accoglienza vengano re-immaginate e potenziate a partire dai bisogni concreti delle persone, primo tra tutti il prolungamento del progetto “Accoglienza Nord Africa” la cui scadenza è prevista per dicembre 2012.

Ed inoltre:
per permettere la richiesta di scarcerazione dei 22 detenuti e trasformarla in possibili arresti domiciliari, la disponibilità di accoglienza in un'abitazione da parte di persone, associazioni, parrocchie, ecc.. data la privazione della residenza e del domicilio conseguente all'espulsione dal Progetto da parte della Protezione Civile.

Sollecitiamo tutti coloro che condividono questo appello a non stare silenti e passivi e far sentire la propria voce attraverso lettere, dichiarazioni e altre forme e a partecipare all'Assemblea dei richiedenti asilo di Trento per una continua lotta contro l'ingiustizia, le discriminazioni, le diseguaglianze e l'indifferenza alla realtà umana, alla realtà sociale, culturale, politica e storica di tutte le popolazioni, in particolare di quelle colpite da guerre, dittature e crisi umanitarie che affliggono sempre più le vite di tutti noi.


Assemblea dei richiedenti asilo di Trento
assemblearichiedentiasilo@gmail.com

FIRMA L'APPELLO


Lunedì 20 agosto 2012 si è tenuto a Trento in via Belenzani un presidio in solidarietà ai ragazzi richiedenti asilo detenuti in carcere dal 22 luglio 2012 e in quell'occasione è stato distribuito questo appello.

venerdì 27 luglio 2012

sabato 28 luglio 2012 
PRESIDIO AL FIANCO DI TUTTI GLI IMMIGRATI 
in PIAZZA DANTE a Trento
dalle 10.00 alle 13.00 

CONFERENZA STAMPA ore 11.30

Lettera aperta alle cittadine e ai cittadini

Gli episodi di violenza accaduti domenica a Trento tra persone private della possibilità di immaginare il loro futuro, ci hanno profondamente scosso e sono diventati argomento dei quotidiani incontri dell'assemblea richiedenti asilo che riunisce ragazzi fuggiti dalla guerra in Libia e sorelle e fratelli italiani.
L'assemblea, nata a maggio, vive del dialogo, del confronto e del riconoscimento reciproco.
I processi sommari - che noi non condividiamo - messi in atto in questi giorni ne confronti dei richiedenti asilo, ci vogliono far credere che tutto si riduca ad una questione di criminalità e di ordine pubblico.
Su questo ci/vi poniamo alcuni interrogativi.
Perché gli stranieri hanno l'onore della prima pagina, anche per più giorni, solo quando ci sono atti di violenza?
Perché la stampa locale non ha dato pressoché nessuno spazio alla pacifica, determinata e partecipata manifestazione che si è svolta a Trento il 20 giugno, giornata mondiale del rifugiato?
Alla manifestazione - indetta per la richiesta del permesso di soggiorno umanitario per tutti coloro che sono stati costretti a fuggire dalla guerra in Libia - abbiamo attraversato in cinquecento le strade della città in maniera pacifica e festosa senza nessun incidente né danno. Un funzionario di polizia, bontà sua, l'ha definita la più bella manifestazione degli ultimi 10 anni.

Quanti sanno che i ragazzi accolti nel Progetto Emergenza Nordafrica sono stati costretti a fuggire dalla guerra di Libia, che nel marzo 2011 è esplosa sopra le loro teste? 
Una guerra mascherata con pretesti umanitari, che ha colpito popolazioni civili tra le quali un gran numero di immigrati presenti in Libia. Una guerra organizzata e combattuta da Francia e Inghilterra, appoggiata dagli U.S.A. e a cui l'Italia ha partecipato attivamente. Obiettivi il petrolio e le enormi risorse idriche della Libia.
Chi ha dichiarato questa una guerra giusta e necessaria ha il dovere di assumersi la responsabilità concreta dei suoi atti.
I richiedenti asilo avevano lì un lavoro e una casa, assistenza sanitaria e welfare. Quello che da molti viene visto oggi come un privilegio (vitto e alloggio garantiti) è da loro vissuto come condizione umiliante da cui uscire al più presto. Il permesso di soggiorno umanitario darebbe loro il tempo e la possibilità di vivere con dignità e, nella situazione di crisi in cui ci troviamo, contribuire a realizzare attivamente insieme la società del futuro.

Sono davvero gli stranieri a rubarci casa e lavoro?
Il 30% dei cittadini italiani - uniti dal destino di essere lavoratori dipendenti - è costretto a pagare  l'80% del gettito fiscale mentre i grandi patrimoni e gli speculatori finanziari sono lasciati liberi di continuare il saccheggio delle risorse sociali. Vengono spesi 13,5 miliardi di euro per l'acquisto  di 90 caccia bombardieri F35 nonostante la petizione popolare dei cittadini, i costi della corruzione politica e dell'evasione fiscale superano i 300 miliardi di euro, così come la quantità di risorse destinate alle grandi opere è pari a 150 milioni di euro per un solo chilometro del Tunnel di Base del Brennero; senza dimenticare la criminalità organizzata che sta prendendo possesso della politica e del nostro territorio.

Quanti conoscono le ragioni che hanno spinto e continuano a spingere milioni di persone a lasciare le loro terre? 
Se gli immigrati sono qui e il numero dei rifugiati  è in continuo aumento, questo dipende dalle  feroci politiche del fondo monetario internazionale e della banca mondiale che nel corso degli anni '80 hanno investito le società africane polverizzando le loro economie. Gli stessi soggetti stanno mettendo in atto le stesse politiche contro di noi: l'aumento dello spread è l'arma usata per terrorizzare i cittadini e insieme alla sacralità dei mercati far accettare il più spaventoso peggioramento delle condizioni di vita e del lavoro.

Pertanto chiediamo:
che nessuno venga allontanato dal progetto di accoglienza;
che nessuno venga rinchiuso nei centri di identificazione ed espulsione (CIE) e/o espulso;
che le politiche di accoglienza e di welfare vengano reimmaginate e potenziate.

Invitiamo tutti coloro che condividono questi interrogativi a partecipare all'assemblea dei richiedenti asilo di Trento per una continua lotta contro l'ingiustizia, le discriminazioni e le diseguaglianze, l'indifferenza alla realtà umana, alla realtà sociale, culturale, politica e storica di tutte le popolazioni, in particolare di quelle colpite da guerre, dittature e crisi umanitarie che affliggono sempre più le vite di tutti noi.


Assemblea dei richiedenti asilo di Trento

martedì 12 giugno 2012


UN PERMESSO DI SOGGIORNO UMANITARIO PER NON MORIRE

MANIFESTAZIONE
MERCOLEDÍ 20 GIUGNO ORE 16.30
PIAZZA DANTE – TRENTO

IN OCCASIONE DELLA
GIORNATA MONDIALE DEL RIFUGIATO


L'8 maggio 2012 a Trento un gruppo di ragazzi fuggiti dalla guerra in Libia si sono incontrati con alcune sorelle e alcuni fratelli italiani dando vita all'assemblea dei richiedenti asilo.


Quest'esperienza ha permesso a tutti noi di conoscerci, confrontarci e discutere sulle difficoltà di chi - ospitato nel nostro paese all'interno del progetto “Emergenza nord Africa” - si trova di fronte all'impossibilità di immaginare il proprio futuro perché privo del permesso di soggiorno umanitario, condizione minima quanto indispensabile per una prospettiva di vita dignitosa e attiva.
Nella situazione di crisi in cui ci troviamo tutti, vogliamo contribuire a realizzare insieme la comune società del futuro.


Invitiamo pertanto tutte le donne e tutti gli uomini solidali, a partecipare ad una manifestazione che l'assemblea vuole pacifica e determinata affinché il governo italiano provveda immediatamente al rilascio del permesso di soggiorno umanitario - attraverso l'istituzione della protezione temporanea (art. 20 T.U.) o delle altre forme previste dall'ordinamento giuridico - a tutti coloro che sono stati costretti a fuggire dalla Libia a causa della guerra.

Una questione di dignità, di democrazia e di giustizia.


Assemblea dei richiedenti asilo, Trento giugno 2012

martedì 22 maggio 2012


UN PERMESSO UMANITARIO PER NON MORIRE


Siamo un gruppo di ragazzi arrivati dalla Libia a causa della guerra che c'è stata lo scorso anno, una guerra che ci è esplosa sopra le teste.
Siamo dovuti scappare abbandonando tutto quello che avevamo.


Eravamo arrivati in Libia dopo aver lasciato i nostri paesi d’origine per motivi diversi e là abbiamo trovato lavoro. I nostri Paesi d'origine sono molti: Bangladesh, Benin, Burkina Faso, Camerun, Ciad, Congo, Costa d'Avorio, Eritrea, Etiopia, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea Bissau, Libia, Mali, Marocco, Mauritania, Niger, Nigeria, Senegal, Sierra Leone, Siria, Somalia, Sudan. In Libia avevamo potuto costruirci una vita con delle certezze. Nessuno aveva mai pensato di venire in Italia o in Europa. Solo la guerra ci ha costretto ad imbarcarci, ad attraversare il Mediterraneo, rischiando la vita per scappare dalle bombe. Altri nostri fratelli sono riusciti a ritornare nei propri paesi di origine, ma per noi questo non è stato possibile. Pensate che se avessimo potuto rientrare nei nostri paesi, dalle nostre famiglie, ora saremmo qua? Non c'è niente come la propria casa!
Siamo stati costretti ad affrontare una scelta inevitabile, il mare aperto che, alcuni di noi, non avevano mai visto nella propria vita e di cui erano terrorizzati. Molti, purtroppo, non ce l’hanno fatta.

Ora siamo ospiti qui in Trentino, dove ci avete accolti bene e ve ne ringraziamo, ma abbiamo bisogno di documenti per ricostruire la nostra vita e immaginare il nostro futuro. La legge italiana prevede la concessione del permesso di soggiorno per scopi umanitari a chi scappa da una guerra, ma per noi non è stato così. L'unica cosa che abbiamo potuto tentare è stata la richiesta di asilo, ma il percorso è lungo, costoso e dall'esito incerto. Per molti di noi infatti la risposta è stata negativa e ci troviamo al punto di partenza.

Non possiamo tornare in Libia dove vivevamo da anni. Lì rischiamo la vita, perché, dopo che è scoppiata la guerra, la situazione per noi stranieri è diventata pericolosa. Tanti credevano che noi fossimo mercenari di Gheddafi. Non possiamo tornare nei nostri paesi d’origine per problemi politici e sociali. Non possiamo rimanere in Italia perché, senza permesso di soggiorno, saremo clandestini e trattati come criminali: questa non è vita.
Siamo bloccati, in attesa di una risposta che non si sa quando arriverà.
Senza documenti come si vive? Cosa si può fare?
Nella situazione di vuoto ed incertezza in cui ci troviamo la tristezza, la delusione, la frustrazione, il senso d’impossibilità rischiano ci stanno trascinando nella depressione.

Un nostro fratello ieri sera, triste, deluso e disperato, senza nessuna speranza, ha cercato di togliersi la vita.
NON POSSIAMO E NON è GIUSTO CONTINUARE A NON VIVERE!
Vogliamo una vita degna di questo nome!


Il permesso umanitario ci darebbe il tempo e la possibilità di cercare un lavoro.

Chiediamo aiuto e solidarietà a tutta la popolazione del Trentino, al Presidente della Provincia, al Vescovo e alla Chiesa, alle associazioni, affinché ci venga data la possibilità di costruire la nostra vita, ci venga rilasciato un permesso che ci permetta di trovare un lavoro e vivere con dignità. Potremmo così contribuire a realizzare insieme la società del futuro.
Siamo uomini capaci ed intelligenti con tanta voglia di vivere liberi, lontani dalla guerra e lavorare in un mondo giusto!


Assemblea dei richiedenti asilo, Trento 22 maggio 2012



___________________________________________________________

 

Diritto di scelta – Petizione per il rilascio di un titolo di soggiorno ai richiedenti asilo provenienti dalla Libia



Sono approdati sulle nostre coste durante il conflitto in Libia, per fuggire alle violenze o perché costretti ad imbarcarsi su pericolose carrette dalle milizie di Gheddafi.
Oltre 25.000 richiedenti asilo sono ospitati all’interno del Piano di Accoglienza affidato dal Governo alla Protezione Civile.
Centinaia di enti in tutta Italia, con modalità e standard disomogenei, stanno provvedendo alla loro ospitalità al di fuori del circuito del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Ma ogni sforzo, ogni risorsa messa a disposizione, ogni percorso di inserimento, rischiano di risultare vani senza la garanzia di un futuro, senza la prospettiva di un titolo di soggiorno che permetta loro di scegliere se stare o ripartire, se tornare in Libia o al proprio paese d’origine.
Pur provenendo dalla Libia, sono nati in Somalia, in Eritrea, in Ghana, in Nigeria, nel Mali, nel Ciad, in Sudan, in Costa d’Avorio, in Bangladesh o in Pakistan, per questo rischiano di vedere rigettata la loro domanda d’asilo dalle commissioni territoriali che già stanno procedendo al diniego nella stragrande maggioranza dei casi.
I ricorsi, molto onerosi, non saranno comunque in molti casi sufficienti, così, dopo aver subito la violenza delle torture libiche o la minaccia dei bombardamenti, il destino di migliaia di persone rischia di essere l’irregolarità.
Non possiamo permettere che nelle nostre città, nei quartieri e nelle strade che abitiamo, sia ancora una volta alimentato lo spazio d’ombra della clandestinità, consegnando migliaia di donne e uomini allo sfruttamento o ai circuiti della criminalità.
Per questo, chiediamo l’’immediato rilascio di un titolo di soggiorno umanitario attraverso l’istituzione della protezione temporanea (art 20 TU) o le altre forme previste dall’ordinamento giuridico.
Una questione di dignità, di democrazia e di giustizia.
Progetto Melting Pot Europa


Sottoscrivete l’appello, diffondetelo. Mobilitiamoci in ogni città.

Il link per firmare: